Da
quel giorno le adesioni al gruppo aumentavano sempre di più. L’interesse
cresceva e un giorno c’era tanta di quella gente che la riunione fra amici
diventò in realtà l’assemblea di un gruppo. Si erano aggiunte diverse persone e
soprattutto un’area alternativa che fino a quel momento non aveva trovato
contatti con il mondo della contestazione politica giovanile. Questi ragazzi
avevano sviluppato parallelamente una rete di attività e di comportamenti
alternativi più legati alla musica ed allo stile di vita. Molti frequentavano
sempre gli stessi posti della città per ritrovarsi e conoscersi. Uno era
tipicamente costituito dalla scalinata d’ingresso della Villa Bellini. A fare
da tramite fra gli amici di Antonio e queste nuove persone erano state, in
particolar modo, alcune ragazze simpatizzanti del Movimento Studentesco ma
sempre rimaste sostanzialmente ai margini. Una sera, discutendo della situazione
fra gli amici più stretti, sembrò opportuno cercare una sede dove incontrarsi
perché ormai, considerato il numero delle persone interessate all’iniziativa,
sembrava impossibile riunirsi a turno a casa di qualcuno. Si trovò così a buon
prezzo uno scantinato, in una zona abbastanza centrale. Si accedeva da un
ingresso a livello stradale e subito dopo con una piccola scaletta si entrava in un primo vano di disimpegno con
bagno attiguo e subito dopo in una grande sala. Era uno spazio più che
sufficiente. Ci si mise subito all’opera per pulirlo e ripitturarlo di bianco
ed alla fine, almeno alla vista, l’aspetto era soddisfacente. Ognuno poi cercò
di portare qualche pezzo di mobilio non più utile e destinato ad essere
eliminato. Delle sedie, dei materassi vecchi dove sdraiarsi, un tavolo. Antonio
portò anche dei quadri che aveva dipinto qualche tempo prima per colorare un
po' l’aspetto delle pareti. A questi si aggiunsero diversi manifesti.
Era
bello poter avere un luogo d’incontro dove sapevi che avresti trovato quasi
sempre qualcuno intento a leggere o ad ascoltare la musica o a discutere con
altri. L’allargamento del gruppo a nuove persone, con un vissuto diverso,
poneva tuttavia non pochi problemi sia di ordine culturale ed ideale, che
pratici. Per la prima volta, quella che era stata l’omogeneità culturale del
gruppo veniva messa in discussione e questo creò non pochi problemi e
divisioni. Molte delle nuove persone che si erano unite al gruppo non avevano
un vissuto di militanza politica ed anzi lo rifiutavano. Sottolineavano, al contrario,
l’importanza di comportamenti che fino a quel momento erano stati considerati
da quasi tutti come sbagliati. In particolare, Antonio ed i suoi amici si
trovarono a doversi confrontare e decidere come comportarsi di fronte persone
che facevano uso di droghe e sostenevano l’idea di un comportamento sessuale
totalmente libero. Una di quelle sere, mentre si ascoltava la musica seduti
tutti insieme per terra su dei cuscini, Antonio vide che in una parte della
stanza alcuni cominciavano a passarsi l’un l’altro una sigaretta accesa,
aspirandola profondamente. Poi, dopo, avvertì un odore particolare ed intenso; mentre,
qualcuno cominciava a gesticolare in maniera strana, come se si muovesse al
rallentatore. Giorgio e Paolo, ragazzi più giovani fra i militanti del Movimento Studentesco e
che fin dall’inizio erano stati fra i protagonisti del gruppo, stavano
partecipando anche loro a quel rito e dopo un po' cominciarono a ridere come se
fossero ubriachi. Giorgio si alzò, un po' barcollando, e cominciò a muoversi
cercando di danzare, seguendo la musica, ed aspirando contemporaneamente lunghe
boccate di fumo. Si avvicinò e sorridendo con voce impastata offrì il “fumo” ad
Antonio che tuttavia rifiutò. Quella era una delle cose da cui non era
attirato. Non lo interessava completamente provare quella forma di rilassamento
o di euforia (supponeva) prodotta da sostanze. In quel periodo, semmai, si era
interessato a forme di meditazione orientale ed aveva sperimentato su di sé
delle tecniche di respirazione e di meditazione. Più volte aveva provato la
meditazione in assoluto silenzio, per molto tempo, in un ambiente naturale che
a lui piaceva molto come davanti al mare al tramonto ed aveva provato quello
che nei libri che aveva letto definivano come “compassione”. Un sentimento di
appartenenza e di compenetrazione nella realtà naturale interna ed esterna al
proprio corpo, accoppiato ad una sensazione di piacere e di emozione.
Giorgio
lasciò Antonio e, danzando, si diresse verso Paolo che “fumava” seduto accanto
ad un ragazzo nuovo, Fabrizio e a delle ragazze che non conosceva. Quel gruppetto
si andava allargando e ben presto alcuni si trovarono a giacere per terra persi
nelle loro emozioni, altri continuavano a ridere in maniera irrefrenabile,
altri ancora cominciarono a toccarsi ed accarezzarsi. Antonio ebbe la
sensazione che per lui la serata era finita e che desiderava uscire a prendere
una boccata d’aria fresca. Si allontanò inosservato e si ritrovo per strada
all’interno di una notte ormai silenziosa. Passeggiava tranquillo andando verso
casa accompagnato saltuariamente dal passaggio di qualche auto. Quante volte
era passato per quelle strade! Conosceva quasi la forma ed il disegno di ogni
pietra. Da ragazzo, spesso, i suoi spostamenti avvenivano di corsa. Gli piaceva
correre per la strada per raggiungere un appuntamento o spostandosi verso una
meta. Adesso invece era bello camminare, solo nella notte, andando verso casa.
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