lunedì 8 ottobre 2018

UN MONDO NUOVO - Parte 10




Da quel giorno le adesioni al gruppo aumentavano sempre di più. L’interesse cresceva e un giorno c’era tanta di quella gente che la riunione fra amici diventò in realtà l’assemblea di un gruppo. Si erano aggiunte diverse persone e soprattutto un’area alternativa che fino a quel momento non aveva trovato contatti con il mondo della contestazione politica giovanile. Questi ragazzi avevano sviluppato parallelamente una rete di attività e di comportamenti alternativi più legati alla musica ed allo stile di vita. Molti frequentavano sempre gli stessi posti della città per ritrovarsi e conoscersi. Uno era tipicamente costituito dalla scalinata d’ingresso della Villa Bellini. A fare da tramite fra gli amici di Antonio e queste nuove persone erano state, in particolar modo, alcune ragazze simpatizzanti del Movimento Studentesco ma sempre rimaste sostanzialmente ai margini. Una sera, discutendo della situazione fra gli amici più stretti, sembrò opportuno cercare una sede dove incontrarsi perché ormai, considerato   il numero delle persone interessate all’iniziativa, sembrava impossibile riunirsi a turno a casa di qualcuno. Si trovò così a buon prezzo uno scantinato, in una zona abbastanza centrale. Si accedeva da un ingresso a livello stradale e subito dopo con una piccola scaletta si   entrava in un primo vano di disimpegno con bagno attiguo e subito dopo in una grande sala. Era uno spazio più che sufficiente. Ci si mise subito all’opera per pulirlo e ripitturarlo di bianco ed alla fine, almeno alla vista, l’aspetto era soddisfacente. Ognuno poi cercò di portare qualche pezzo di mobilio non più utile e destinato ad essere eliminato. Delle sedie, dei materassi vecchi dove sdraiarsi, un tavolo. Antonio portò anche dei quadri che aveva dipinto qualche tempo prima per colorare un po' l’aspetto delle pareti. A questi si aggiunsero diversi manifesti.
Era bello poter avere un luogo d’incontro dove sapevi che avresti trovato quasi sempre qualcuno intento a leggere o ad ascoltare la musica o a discutere con altri. L’allargamento del gruppo a nuove persone, con un vissuto diverso, poneva tuttavia non pochi problemi sia di ordine culturale ed ideale, che pratici. Per la prima volta, quella che era stata l’omogeneità culturale del gruppo veniva messa in discussione e questo creò non pochi problemi e divisioni. Molte delle nuove persone che si erano unite al gruppo non avevano un vissuto di militanza politica ed anzi lo rifiutavano. Sottolineavano, al contrario, l’importanza di comportamenti che fino a quel momento erano stati considerati da quasi tutti come sbagliati. In particolare, Antonio ed i suoi amici si trovarono a doversi confrontare e decidere come comportarsi di fronte persone che facevano uso di droghe e sostenevano l’idea di un comportamento sessuale totalmente libero. Una di quelle sere, mentre si ascoltava la musica seduti tutti insieme per terra su dei cuscini, Antonio vide che in una parte della stanza alcuni cominciavano a passarsi l’un l’altro una sigaretta accesa, aspirandola profondamente. Poi, dopo, avvertì un odore particolare ed intenso; mentre, qualcuno cominciava a gesticolare in maniera strana, come se si muovesse al rallentatore. Giorgio e Paolo, ragazzi più giovani   fra i militanti del Movimento Studentesco e che fin dall’inizio erano stati fra i protagonisti del gruppo, stavano partecipando anche loro a quel rito e dopo un po' cominciarono a ridere come se fossero ubriachi. Giorgio si alzò, un po' barcollando, e cominciò a muoversi cercando di danzare, seguendo la musica, ed aspirando contemporaneamente lunghe boccate di fumo. Si avvicinò e sorridendo con voce impastata offrì il “fumo” ad Antonio che tuttavia rifiutò. Quella era una delle cose da cui non era attirato. Non lo interessava completamente provare quella forma di rilassamento o di euforia (supponeva) prodotta da sostanze. In quel periodo, semmai, si era interessato a forme di meditazione orientale ed aveva sperimentato su di sé delle tecniche di respirazione e di meditazione. Più volte aveva provato la meditazione in assoluto silenzio, per molto tempo, in un ambiente naturale che a lui piaceva molto come davanti al mare al tramonto ed aveva provato quello che nei libri che aveva letto definivano come “compassione”. Un sentimento di appartenenza e di compenetrazione nella realtà naturale interna ed esterna al proprio corpo, accoppiato ad una sensazione di piacere e di emozione.
Giorgio lasciò Antonio e, danzando, si diresse verso Paolo che “fumava” seduto accanto ad un ragazzo nuovo, Fabrizio e a delle ragazze che non conosceva. Quel gruppetto si andava allargando e ben presto alcuni si trovarono a giacere per terra persi nelle loro emozioni, altri continuavano a ridere in maniera irrefrenabile, altri ancora cominciarono a toccarsi ed accarezzarsi. Antonio ebbe la sensazione che per lui la serata era finita e che desiderava uscire a prendere una boccata d’aria fresca. Si allontanò inosservato e si ritrovo per strada all’interno di una notte ormai silenziosa. Passeggiava tranquillo andando verso casa accompagnato saltuariamente dal passaggio di qualche auto. Quante volte era passato per quelle strade! Conosceva quasi la forma ed il disegno di ogni pietra. Da ragazzo, spesso, i suoi spostamenti avvenivano di corsa. Gli piaceva correre per la strada per raggiungere un appuntamento o spostandosi verso una meta. Adesso invece era bello camminare, solo nella notte, andando verso casa.

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