lunedì 8 ottobre 2018

UN MONDO NUOVO- Parte 9




Si cominciarono a trovare a casa di Antonio, perché la madre era ripartita per Roma e così si era tutti più liberi. Si vedevano dopo cena e la prima grande passione comune era rappresentata dalla musica e dal modo di viverla insieme. Ognuno portava dei “long playing” e si ascoltava la musica liberamente sdraiati sul pavimento del salone della casa di Antonio, utilizzando i cuscini del divano e di altre stanze, per stare più comodi. Si spegnevano le luci centrali, mantenendo solo quella della lampada ad angolo, e si ascoltava la musica in sottofondo, entrando contemporaneamente in una fase di rilassamento e di meditazione.
I dischi preferiti erano quelli dei Pink Floyd e specialmente  “Atom Earth Mother” èThe Dark Side of the Moon”.
Erano molto apprezzati anche i King Crimson ed i Genesis…Emerson, Lake e Palmer ma anche i cantori della West Coast a cominciare da Crosby, Still, Nash e Joung. Piacevano anche i Traffic ,i Jefferson Airplanes, gli Hot Tuna, gli Yes e Simon e Garfunkel , gli Eagles e tra gli italiani soprattutto la PFM ed il Banco del Mutuo Soccorso, di cui alcuni avevano ammirato il concerto tenuto all’interno del festival dell’Unità  a Roma.
Era stato definitivamente sdoganato Battisti, amato praticamente da tutti. Si fumava tanto e spesso. Quando qualcuno rimaneva senza sigarette, si fumava la stessa girandosela gli uni con gli altri. Poi, quasi inavvertitamente, cominciavano le discussioni. Prima interessavano magari i due più vicini. Dopo, qualcuno si avvicinava  seguito da un  altro ancora e così via.
In quella dimensione,  confidenziale e di amicizia personale, era più facile mostrare il proprio animo e parlare di sé stessi e dei propri problemi. Il gruppo iniziale, sempre presente in quelle serate, non superava le  tredici , quattordici persone fra ragazzi e ragazze. Si era valutata l’ipotesi di ripetere l’esperienza delle comunità Hippies americane; ma, alla fine,  si era stati tutti contrari.
Non c’erano le condizioni  per un’esperienza di quel tipo.  Nessuno aveva una particolare abilità artistica, artigianale o lavorativa che potesse dare vita immediatamente ad un percorso comune di lavoro autonomo, con degli introiti  da dividere, per tentare  l’avvio di una comunità. No, era meglio non porsi quell’obiettivo e limitarsi, per il momento, a discutere su come vivere, ad esempio, i sentimenti più intimi in maniera diversa dal passato. Senza sottomettersi all’idea di ripetere i ruoli  sociali prefigurati.
Le discussioni più sentite riguardavano  soprattutto i sentimenti , l’amicizia , il sesso , l’amore.
Se la proprietà privata era un furto come si poteva concepire che si avesse la proprietà di una persona ? L’amore doveva essere libero e seguire sempre il proprio libero impulso. Senza obblighi  e costrizioni. La fedeltà non aveva senso, se era un obbligo.
L’istituzione familiare aveva un senso? Forse, per garantire i figli, si poteva fare un compromesso; ma, solo dopo una normale convivenza e sempre che,  nel frattempo, non si avessero nuovi rapporti.
Antonio seguiva con attenzione questi discorsi e li condivideva;  ma, come tutti, poneva poi il problema di accettare l’evidenza dell’innamoramento.
Non c’era dubbio che  ci si innamorasse  ed allora che senso aveva parlare di libero amore?  Forse, si poteva dire che la libertà non poteva negare  il sentimento particolare nei confronti di una persona speciale. Così tutti accettarono il concetto  che si potesse avere un rapporto “privilegiato”. Un rapporto di coppia speciale che, comunque, doveva essere vissuto in piena libertà da parte dei componenti della coppia  e senza escludere le altre persone, isolandosi.
In quei giorni era  tornato  da Firenze Eugenio, un amico fraterno di Antonio , suo compagno di banco  al Liceo, che si era trasferito in quella città per iscriversi alla facoltà di Architettura.
A tempo perso s’interessava di yoga, meditazione e psicologia di gruppo. Con i suoi amici, a Firenze, aveva sviluppato discorsi molto simili a quelli del gruppo di Antonio. Avevano  vissuto un’esperienza interessante,  chiamata “ psicodramma”, di cui Eugenio era entusiasta, e subito propose ad Antonio di sperimentarla  insieme ai suoi amici.
La proposta fu subito accettata da tutti che, curiosi, aspettarono con impazienza la sera stabilita per provare questa nuova esperienza. Come sempre, l’appuntamento era a casa di Antonio, approfittando della lunga assenza della madre e del fatto che  l’appartamento aveva un ingresso  autonomo ed i vicini , anziani , non venivano disturbati più di tanto.
La musica di sottofondo era d’obbligo e come sempre la preferenza fu accordata ai Pink Floyd. In prima battuta, tuttavia , questa volta  Eugenio  diede disposizione di mantenere le luci centrali del salone tutte accese. Dovevano vedersi bene  e sentirsi. Dovevano, infatti,  lasciarsi andare al ritmo lento della musica  e ,dondolandosi  l’uno davanti all’altro, cominciare a toccarsi per conoscersi , scambiando poi il compagno o la compagna della coppia. Poteva dare l’impressione di un “ tuca tuca” di  Raffaelliana memoria;  ma, lo scopo era quello di superare la barriera del contatto fisico per creare un nuovo più alto livello di confidenza, che avesse anche una componente corporale. Quando l’ambiente si era disteso e ammorbidito. Eugenio fece stendere a turno delle persone per terra chiedendo poi a tutti di toccarle contemporaneamente. Di carezzarle per tutto il corpo , evitando solo le parti intime. Anche Antonio ebbe lo stesso trattamento di tutti e non poté negare la piacevolezza della cosa  unita, per certi versi, ad un certo imbarazzo. Non ebbe tuttavia il tempo di definire meglio le sue emozioni perché, a quel punto, Eugenio diede l’indicazione di separarsi tutti , di spegnere le luci e rimanere  al buio nel più totale silenzio.
Era una sensazione strana. Non c’era niente di cui preoccuparsi. Erano tutti amici ; tuttavia, si avvertiva un sentimento misto fra inquietudine ed empatia. Il tempo passava e l’emozione aumentava. Ad un certo punto, Antonio cominciò a star male e ,quando Eugenio chiese se c’era qualcuno che voleva parlare , non seppe trattenersi dall’esprimere il proprio malessere.
- Cosa senti? Cosa provi? - gli chiese Eugenio?
- Non so perché…. ma sto male. Ho una sensazione di fastidio e di oppressione, qui nel buio. Mi sento a disagio- rispose Antonio
- Cerca di parlare di questo disagio- insistette Eugenio- di che si tratta?
- Ho come la sensazione di sentirvi distanti. Di non essere capito. Come se mi sopportaste, ma  non vi trovaste bene insieme a me -continuò allora Antonio
- Pensi che non ti vogliamo bene? Che non ti consideriamo? - gli chiese Eugenio
- Si…. ho questa sensazione e mi fa stare male. Mi dispiace e mi sento solo.
A quel punto tutti cominciarono a parlare e spiegare ad Antonio che, in realtà, lo apprezzavano e gli volevano bene. Poi, anche altri vollero manifestare il proprio disagio   che fino a quel momento avevano taciuto. La discussione si trasformò così in una vera confessione   collettiva. Il risultato fu che, alla fine, si sentirono tutti molto più amici di prima e uniti da un vincolo quasi di fratellanza. La musica continuava a riscaldare l’atmosfera secondo uno stile “New Age”. Tuti si sentivano più rilassati e cominciarono ad alzarsi ed a ballare sia da soli che in gruppo, muovendosi liberamente. Le coppie si formavano e si alternavano con facilità. Antonio si trovò a ballare in gruppo con Alessandra, una ragazza amica di  Alberto con cui erano usciti alcune volte, con lo stesso Alberto e con  Carla , amica di Alessandra.  Antonio e Alessandra cominciarono a guardarsi più intensamente e rimasero a ballare da soli. Poi, senza neanche pensarci, Antonio baciò profondamente Alessandra che lo corrispose . Continuarono a ballare ancora un po' insieme,   ma dopo si staccarono per ballare autonomamente in mezzo al gruppo in una sinuosa danza  collettiva .
................................................CONTINUA...................................................

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