giovedì 4 ottobre 2018

UN MONDO NUOVO -Parte 5




I ricordi estivi di Antonio erano disseminati fra quelle località dove era abitudine quasi ogni sera, per i giovani catanesi, recarsi a cercare qualche locale dove passare la serata o ritrovarsi insieme nella casa di villeggiatura di qualcuno dei genitori. Quasi nessuno rimaneva la sera a Catania Centro perché offriva poco   per i giovani. A parte qualche locale di livello elevato e qualche cinema, non c’erano situazioni attraenti per passare la serata. Solo da qualche anno, grazie alla frequentazione dei giovani studenti di sinistra alternativi, le antiche osterie si erano pian piano trasformate in accoglienti trattorie dove, ad un prezzo contenuto, potevi gustare le specialità della cucina tradizionale.
Antonio ed i suoi amici avevano scoperto e fatto sviluppare una piccola osteria nel quartiere Borgo che ormai era diventata un punto alla moda e ben frequentato. In fondo, in giro trovavi sempre le stesse persone. Le trovavi nelle manifestazioni politiche, in quelle sportive, al cinema, all’università, a passeggio ecc. ecc.
Ad Antonio piaceva andare anche a gustare le bistecche di carne di cavallo arrosto cotta su piccoli bracieri piazzati sulla stessa strada accanto alle osterie ad esempio di Via Plebiscito, vicino al quartiere popolare di San Cristoforo.
Lì, ricordava Antonio, aveva vissuto una delle situazioni più comiche della sua militanza politica. Insieme ad altri compagni di uno dei cosiddetti “gruppuscoli extraparlamentari” doveva organizzare un comizio in una piazzetta di quel quartiere. Erano arrivati con diverse auto piene di manifesti d’appendere sui muri, con i megafoni e l’attrezzatura di legno per predisporre una specie di piccolo palco.
 Era ormai sera e ,qualche minuto dopo aver cominciato ad affiggere i manifesti e disporre le barre di legno per il palco, una piccola folla di persone del quartiere cominciò ad aggirarsi intorno, curiosa ed infastidita della loro presenza, considerata sostanzialmente estranea. Mentre cominciavano a formarsi dei piccoli capannelli di discussione e di protesta, nel frattempo, erano arrivati un nugolo di bambini-ragazzi di quell’età pericolosissima compresa fra gli otto e i dodici anni che, in men che non si dica, cominciarono a distruggere tutto quello che i “compagni” avevano realizzato, portandoselo via, fuggendo da tutti i lati e ritornando da mille altre parti fra le risate degli abitanti del quartiere.
 I “compagni” provarono inizialmente a protestare ed anche a minacciare, ma furono letteralmente travolti dal combinato fra adulti minacciosi e bambini/ragazzi velocissimi distruttori e rapinatori.
La figuraccia era ormai consumata ed il comizio improponibile!
La versione ufficiale fu di sconforto e di rabbia; ma, bisogna confessare che Antonio ed i suoi più cari “compagni” non riuscivano a smettere di ridere, commentando la serata all’interno dell’auto che li trasportava a casa.

..............................................CONTINUA...........................................


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