L’indomani Antonio aveva deciso di partire per
Roma, mentre gli altri compagni del gruppo si sarebbero fermati ancora qualche
giorno. In ogni caso molti amici di Eugenio vennero a trovarlo nel pomeriggio
per salutarlo e come al solito si approfittò dell’occasione per discutere insieme.
-Come
avete passato questi giorni a Firenze?
E’ stato interessante? -iniziò Eugenio rivolgendosi ad Antonio ed ai
ragazzi del suo gruppo anche loro presenti quel pomeriggio.
-Sicuramente
è stato bello vedere Firenze e stare con voi-rispose Pippo- Potersi confrontare con chi sta cercando di
riflettere, come noi, sugli stessi
problemi , personalmente mi ha molto stimolato, Dovremmo mantenere questi
contatti e avviare delle iniziative che consentano di diffondere ulteriormente
le nostre posizioni.
-
Quali posizioni?- chiese Marisa
-
Il nostro modo di gestire le relazioni fra le persone, una riflessione su che
tipo di lavoro è accettabile per
inserirsi autonomamente nella società
.Come considerare il concetto di autonomia personale, di proprietà e altro
ancora.
-
Pippo , forse non possiamo fare tutto questo- rispose Antonio-. In questi
giorni ho capito che non ci serve stabilire delle regole da seguire o da indicare agli altri ma di recuperare il senso per cui fare le
cose . Il valore profondo che diamo ai nostri sentimenti , alle cose in cui
crediamo. Dopo, forse la strada da
percorrere è individuale e libera. Solo così, anche sbagliando, si può
comprendere la propria vita. Mi sto convincendo che anche dal punto di vista
sociale è importante lasciare una libera iniziativa alla persona . In
questo modo, si può andare oltre quello che è comunemente accettato e
realizzare quella che chiamiamo
innovazione.
-Antonio
questo è molto pericoloso- disse Eugenio- stai di fatto giustificando che ognuno faccia a modo proprio anche a
discapito degli altri.
-Io
non ho detto questo-aggiunse Antonio -Qualunque società ha il diritto/dovere di
fare le sue scelte e limitare quei comportamenti che ritiene dannosi per il
benessere sociale complessivo . Allo steso tempo, tuttavia, non può esser tutto subordinato ad una
organizzazione della vita centralizzata . Sarebbe il peggior totalitarismo .
proprio quello che abbiamo sempre combattuto. Che sia una religione ,
un’ideologia o una setta andiamo sempre
a finire per ottenere dei risultati disastrosi. No , in questo periodo ho
ritrovato , grazie a voi , una nuova serenità-Ho potuto guardare alle cose che mi piacevano con un animo libero e
desidero mantenerlo . Mi sento pronto per
scoprire il mondo che mi circonda . Voglio partire alla scoperta della
vita e di quello che mi riserva come in un viaggio.
-
da solo? – chiese Giorgio
-No…
perché ? -rispose Antonio – non voglio essere senza amici . Quello che voglio
dirti è che non ho più paura di vivere da solo la mia identità , il mio essere. Amo la mia solitudine di un essere umano. Se ho degli amici , un
amore non sarà per paura della solitudine , per la paura di vivere , ma per il
desiderio di stare con i miei amici di
vivere il mio amore. E’ una cosa diversa
-
E i nostri progetti? Chiese ancora Pippo
-
Continueranno-rispose Antonio- Probabilmente
con una mia collaborazione saltuaria perché starò molto più tempo a Roma dove sta
pensando di trasferirsi definitivamente mia madre.
D’altra
parte non c’era niente di concreto. Più che di progetti dovremmo parlare della
nostra amicizia e quella per me ci sarà sempre
-Si
rientra nella giungla? – chiese Eugenio-
-
Dai,… non è poi così tremendo e non
è una realtà univoca .Il “Sistema” come
spesso sento argomentare. No, a me sembra che dobbiamo renderci conto
che la realtà che abbiamo davanti è e sarà sempre complessa , piena di contraddizioni
di male e di bene intrecciati insieme . Di cattiveria e generosità, di sfruttamento e giustizia . Difficilmente
potrà esistere un momento in cui tutto questo possa essere superato. Quello che
penso invece è che gli equilibri tra queste forze sono sempre soggetti a
mutamento e che questo dipenda dall’impegno di ognuno di noi . Questo ,a mio
parere , costituisce la premessa per la qualità della società in cui vivremo e
dipende da ciascuno di noi. Volevamo sapere come rientrare nel “ Sistema “ come
mantenere le cose in cui crediamo e penso che la risposta sia semplice ed
immediata . Impegniamoci in ogni aspetto della vita di cui saremo protagonisti
con i valori in cui crediamo.
-Ci
penserò sopra – rispose Eugenio assecondato da un mormorio d’intesa da parte
degli altri-
Allora
domani vai a Roma , se ho ben capito?
-Si-
rispose Antonio – passo qualche giorno insieme a mio zio e mia madre.
Si
era fatto tardi e tutti gli amici
cominciarono a salutare Antonio ed andare via. Il treno per Roma partiva
presto ed Antonio doveva ancora
preparare la valigia.
La
mattina dopo , il treno correva veloce lasciando alle spalle Firenze e quelle
belle giornate vissute insieme ai suoi più cari amici.
Antonio
era eccitato ed emozionato e si sentiva simile a quel treno che si spingeva avanti, in mezzo alla campagna,
verso il futuro . Avrebbe rivisto la madre
e lo zio, sempre affettuoso. Poi, il suo pensiero si rivolse a Conception e al suo caldo e sensuale sorriso.
Qualche
ora dopo ,ormai a casa dello zio , compose con calma il numero telefonico della
ragazza.
-Pronto….Conception
sei tu?..................Sono Antonio e sono a Roma!
-
Ciao…Antonio – sorrise Conception.
FINE
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