La villa era fuori città. Aveva un giardino attorno e
si entrava in casa salendo una piccola scalinata. C’erano almeno quaranta persone
fra i componenti del gruppo di Antonio, quello di Eugenio ed altri amici di
Marisa. La villa aveva un salone immenso che sarebbe stato il cuore della festa;
ma, anche altre stanze erano disponibili. La casa era completamente a disposizione.
Marisa volle subito accompagnare gli ospiti a conoscere una delle meraviglie di
quella struttura. Passando attraverso la cantina e scendendo da una piccola
scala, si arrivava in un’autentica tomba etrusca. Antonio non aveva mai visto
nessun reperto archeologico di quel popolo, che con la sua cultura aveva
dominato l’Italia centrale prima dell’affermazione di Roma, e ne rimase
affascinato. Tra la meraviglia di tutti, Marisa descrisse brevemente le
caratteristiche del monumento ed i dettagli del suo ritrovamento. Era stata una
esperienza importante e tutti risalirono nei piani superiori della casa,
pensando in cuor proprio di essere stati fruitori di un grande privilegio. Ci
si riuniva in piccoli gruppi per discutere e conoscersi meglio mentre, nel
frattempo, le ragazze avevano preparato un ampio buffet da cui si attingeva per
trovare da mangiare e da bere. Il vino toscano scendeva giù proprio bene. Tutti
erano contenti e l’atmosfera era calda. Le risate risuonavano insieme alle note
della musica immancabile di sottofondo dietro le cui note ritmate alcuni
ballavano. Francesca, una ragazza del gruppo di Antonio, lo invitò a ballare.
Era molto tempo che mostrava interesse nei suoi confronti ma, da quel punto di vista,
Antonio non si era mostrato disponibile. Approfittò del contatto fisico per
baciarlo ma, con un sorriso, Antonio, finito il ballo, si allontanò, cercando
di non ferirla. Scoccò la mezzanotte e fra brindisi ed abbracci fu salutato
l’anno nuovo; quindi, si sedettero tutti per terra nel grande salone e
spuntarono le chitarre. Cominciarono a cantare e suonare per un po’. A questo punto,
Antonio prese coraggio e chiese di poter suonare delle canzoni popolari. Gli fu
data la chitarra e attaccò un suo cavallo di battaglia: “Sento il fischio del
vapore”.
-
Ascoltate
tutti! Prima canto solo io la frase musicale e dopo la ripetiamo tutti in coro.
Ci state?
-
Siiii! –
risposero tutti in coro.
E così Antonio cominciò:
- Sento il fischio del vapore è il mio amore che va
vi..iaaaa! – ripetuto subito dopo da tutti
insieme in coro.
- Ed è partito per l’Albania, chissà quando
ritornerà………………………………………………………………………………………………………………………………………………………cantò ancora
Antonio
La seconda canzone fu “Nina, ti te ricordi “ed Antonio
ebbe la sorpresa di essere accompagnato dalla stupenda voce di Conception.
-sai, io sono assistente all’Università della Sapienza
a Roma nella cattedra di Economia del sottosviluppo - gli disse la ragazza
mentre parlavano dopo essersi scambiati i complimenti per come avevano
interpretato quella canzone.
- Io invece mi debbo ancora laureare e spero di farlo
al più presto. Dobbiamo avere la stessa età perché io ho perso qualche anno
alle elementari prima di essere adottato.
- non so quanti anni hai tu, ma io ne ho ventisei
- vedi che avevo ragione? Abbiamo la stessa età e siamo entrambi di
colore anche se probabilmente di origini diverse. Il tuo nome mi sembra di
lingua spagnola. Di dove sei?
- Sono nata in Brasile e poi la mia famiglia è venuta,
tanti anni fa in Italia insieme ad un sacerdote che li aveva conosciuti a Rio.
Io potevo avere cinque anni ma ricordo tutto. Padre Giovanni ha trovato un
lavoro ai miei genitori presso una famiglia agiata che conosceva e ci siamo
sistemati bene. Io ho potuto completare gli studi e sono riuscita a rimanere a lavorare
all’Università.
- A me piacerebbe, ma capisco che è difficile e sono
disposto a fare qualsiasi lavoro: Mio padre adottivo è morto da qualche mese:
Mia madre è anziana e in questo periodo è proprio a Roma a casa di suo
fratello.
- che bello! Allora possiamo rivederci a Roma-disse
Conception- Io parto domani mattina presto e tu?
- No io mi fermo un altro giorno e poi vengo proprio a
Roma a salutare mia madre e mio zio.
- Dai, allora scambiamoci i telefoni.
Così fecero e dopo altri minuti passati piacevolmente
insieme ,,,,,,
-Adesso vado perché è tardi e devo preparare ancora la
valigia…. Ciao! - gli disse sorridendo Conception
- Ciao- rispose Antonio
.................................................CONTINUA.................................................
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