mercoledì 3 ottobre 2018

UN MONDO NUOVO-Parte 4



L’estate era nel suo pieno splendore. Antonio era solo a casa. La madre aveva accettato l’invito del fratello,  che abitava a Roma, di passare un periodo in quella città, per non stare troppo sola dopo la morte del marito.
Certo, c’era Antonio , ma Lui non poteva starle dietro tutto il giorno e  Lei neanche lo desiderava. Preferiva vederlo riprendere la sua vita con i suoi amici ed i suoi interessi per superare anche Lui quel brutto momento.
No, era meglio così!
Era partita per Roma con il fratello, che era venuto a Catania  per i funerali insieme alla moglie, e sarebbe tornata agli inizi di ottobre.
Le giornate di Antonio passavano così, senza un impegno preciso.   Spesso andava al mare,  dove l’estate era nel suo pieno splendore. Faceva delle lunghe nuotate e prendeva il sole,  anche se era naturalmente “ abbronzato”. Quella era una battuta che utilizzava spesso anche con i suoi amici e soprattutto con le ragazze  per esaltare la sua tintarella naturale rispetto al colorito bianchiccio di chi cominciava a prendere il sole ad inizio stagione e rischiava pesanti scottature. Oltre che nella  lunga striscia di sabbia della “plaia” che continuava , senza soluzione di continuità fino ad oltre la foce del Simeto e poi ancora verso Siracusa, gli piaceva, forse ancora di più, bagnarsi nell’altro lato della costa. Nel tratto di mare  a Nord, in direzione di Messina .
Quella era, al contrario, una costa rocciosa. Una costiera  formata dalle eruzioni laviche dell’Etna giunte sino al mare. Gli scogli di pietra lavica si succedevano l’uno dietro l’altro, con forme diverse, creando un ambiente naturale all’interno del quale era facile trovare minuscole forme di vita. Spesso, si trovavano sulla superficie degli scogli delle cozze nere o delle “patelle” , piccole conchiglie che si attaccano a ventosa .
Se poi si guarda sotto il livello dell’acqua, la costa  è un pullulare  di piccoli pesci , ricci di mare, qualche polpo che trova facilmente la sua tana  tra gli anfratti degli scogli. Un vero paradiso!

I ricci di mare erano una delle passioni di Antonio. Gli piaceva assaggiare quelle gustose ed aromatiche uova arancioni con qualche goccia di limone spremuta sopra.  Quando era bambino , i suoi genitori lo portavano a volte nella vicina Acitrezza, dove vi era un’intera piazza attrezzata con tavolacci e panche di legno in cui le famiglie  catanesi, la sera della domenica, si rimpinzavano di cozze nere e ricci di mare. La quota media  dei ricci si aggirava almeno sulla trentina a persona!

Un altro rito domenicale, che ricordava con altrettanto piacere, era invece costituito dalla salita a Zafferana Etnea , un paese sulle pendici dell’Etna , dove, nella piazza principale prospiciente all’ingresso dei giardini comunali, erano posti una miriade di tavoli  per far gustare ai golosi catanesi le famigerate pizze siciliane :dei calzoni fritti ripieni di “tuma” ( formaggio fresco di pecora)  e acciuga.
 Si poteva poi concludere la cena assaggiando una specialità tipica di quel locale: i biscotti chiamati “sciatore”. Una specie di biscotto Regina gigante , della lunghezza di ca. dieci centimetri, interamente ricoperto di cioccolato. Si dice che il nomignolo “ sciatore” sia dovuto al fatto che gli sportivi appassionati di sci , prima di procedere più avanti sulla strada verso le piste, si fermassero  a Zafferana  per fare colazione,  appunto con quei biscotti. Dall’altro lato della piazza si stagliava poi la chiesa principale del paese conferendo a quel posto un pizzico di maestosità.

Vi erano due strade principali per arrivare sull’Etna.
La prima  passava per Nicolosi e saliva al rifugio Sapienza ed oltre  da dove, accanto  al “cratere vecchio”, partiva la funivia che portava alle piste di neve.
La seconda passava per  “i monti rossi” e proseguiva verso Zafferana oltre la quale si saliva, attraverso una strada panoramica, da cui si poteva vedere anche il mare, su di un versante boscoso  e naturale all’interno del quale sorgeva l’albergo “ Emmaus” .
Lì si poteva passare  un  bel soggiorno in mezzo alla natura  ed al verde incontaminato dei boschi . Da Zafferana poi si poteva prendere  una strada che da Santa Venerina scendeva serpeggiante verso la costa  all’interno di un panorama mozzafiato.


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