sabato 13 ottobre 2018

UN MONDO NUOVO -Parte 14







Ma allora non si canta più? – gridarono tutti ad Antonio che teneva ancora la chitarra in mano.
Certo -rispose- questa la conosciamo tutti ed attaccò la strofa della ballata del “ CHE GUEVARA”………………..Aprendimos a quererte……… desde la historica altura…………….
Suonava tamburellando contemporaneamente la chitarra con il dorso della mano   alla maniera spagnola o sudamericana ed il coro si levò forte nel salone della casa di Marisa. La figura del CHE era una di quelle che non si dimenticano ed era stata per tutti  romantica e allo stesso tempo sfidante. Continuarono così ancora per un po'. Poi, arrivarono le prime ore del mattino e uno alla volta si andò via non senza ringraziare Marisa per la sua ospitalità.
Antonio passò la notte a casa di Eugenio con altri quattro compagni del suo gruppo. Si accomodarono come capitava anche su materassi buttati a terra ma dotati tutti di calde coperte.
Si svegliò che era quasi mezzogiorno con una gran fame. Era troppo tardi per fare colazione e così insieme ad un Eugenio in stato di sonnambulismo decisero di passare direttamente a delle bistecche da fare arrosto sulla piastra. Antonio si offrì di prepararle mentre Eugenio si rifugiava in bagno per riprendere conoscenza. La cucina era di quelle antiche ma abbastanza grande per contenere un tavolo. Sulla sedia stava accoccolato il gatto di Eugenio che seguiva con interesse i movimenti di Antonio. Questi prese dal frigorifero due bistecche e le pose su di un piatto. Poi si mise a cercare la piastra e quando si voltò gli apparve una scena che non avrebbe mai dimenticato: la sua bistecca non era più sul piatto ad aspettarlo. Si trovava a penzolare dalla bocca del gatto che scappava via trionfante ed incredulo della sua preda che solo uno stolto poteva lasciare così incustodita. Antonio si affrettò così a prendere subito l’altra bistecca e metterla sul fuoco. Quando Eugenio fu di ritorno trovò una bella bistecca fumante sul suo piatto - Bravo Antonio e la tua? -chiese Eugenio_
-Scusa, sai avevo fame e non ho resistito a mangiarla subito. La frutta invece la mangiamo insieme. Ho visto che hai delle belle noci e poi ci mangiamo anche il panettone, che ne dici? -rispose Antonio.
Ma certo, -confermò Eugenio-
E fu così che il gatto fece un succulento pranzo di Capodanno e Antonio non dimenticò mai più quella lezione.
 ....................................CONTINUA...........................................................................



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