Non sempre, essere portatori di
idee o esigenze giuste permette di avere
ragione in un confronto o addirittura
di essere capaci di portare avanti le
proprie aspirazioni.
Il film, provocatoriamente ma con molta attenzione, ci fa riflettere su
quello che è verificabile nell’esperienza di vita di ognuno di noi . Non basta
essere nel giusto ; è altrettanto importante sapere portare avanti le proprie idee e le proprie giuste esigenze
in modo da risultare vincenti ed
accettati dagli altri .
Questo è doppiamente vero se si considera la consolidata abilità ad
operare in tal senso da parte della classe dirigente rispetto ai ceti poveri e/o
marginali. Risulta, a tal fine, particolarmente interessante la scelta del film di applicare questo principio proprio alla
figura di una giovane studentessa di giurisprudenza non solo di un ceto sociale modesto, ma anche
appartenente ad una minoranza etnica. Proprio “Lei “ capirà, a sue spese, come sia
importante imparare e seguire un
percorso di formazione ( in questo caso di Retorica) per fare in modo che alla ragione di partenza si accoppi il
risultato vincente nel confronto con gli
altri, facendo in modo che le sue posizioni risultino vincenti.
E’ questa una lezione importante soprattutto per i più giovani e per chi
parte da condizioni disagiate. Devono imparare al più presto a saper portare
avanti le proprie esigenze in maniera vincente.
Solo in tal modo potranno trasformare veramente la loro condizione ed
ottenere i risultati che desiderano, rifuggendo da un possibile atteggiamento
vittimista o, alternativamente,
eccessivamente estremista che li porterebbe verso pericolose posizioni
devianti
Al loro primo incontro, la studentessa
ed il professore di Retorica entreranno
immediatamente in conflitto. Lui utilizzerà, per avere ragione nel loro
confronto , la tecnica più spregiudicata e meno rispettosa dell’altro presente all’interno delle sue regole dialettiche : l’insulto.
Quando non si hanno argomenti,
le spiegherà in seguito , l’insulto funziona sempre e mette l’altro in condizioni di debolezza. A
niente servirà l’indignazione o la rabbia se anzi, con il probabile abbandono e rifiuto dello scontro, regaleranno la vittoria all’avversario. Sarà
pertanto divertente vedere come nella scena finale del film i due protagonisti
, ormai capaci entrambi di gestire con
successo le tecniche della retorica e della dialettica , si divertiranno ad
insultarsi a vicenda rinsaldando nel mentre un possibile rapporto di stima e
amicizia.
Daniel Auteuil e Camelia Jordana, sotto la regia di Yvan Attal , ci conducono
piacevolmente per mano, durante tutto il film, facendoci gradualmente
appassionare al percorso di formazione della giovane studentessa sulla base
delle leggi della retorica ed allo sviluppo del loro confronto umano e dialettico.
Contemporaneamente, il percorso della giovane donna verso la
professione di avvocato e l’affermazione sociale, grazie alle tecniche
imparate, rappresenteranno anche una possibile strada di emancipazione proposta al suo gruppo sociale ed etnico di
riferimento, ben rappresentato nella
descrizione delle relazioni e del quartiere da cui proviene la ragazza.
Abbiamo già apprezzato la Jordana nel film “ Due sotto il burqa” ed
adesso la ritroviamo nel ruolo di una studentessa di
giurisprudenza dell’Università di Parigi 2 , Neila Salah.
Per questa interpretazione ha
vinto il premio César come migliore
promessa femminile del Cinema Francese. Convincente e bravo come sempre Daniel
Auteuil nel ruolo del burbero professore di Retorica .
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