Maria
portava con se oltre a Lina anche Renza che, nonostante i suoi due anni e mezzo, era
costretta a farsi molta strada a piedi ,
lamentandosi continuamente di voler esser presa in braccio. Lina invece aveva
già otto anni e frequentava la seconda
elementare. Era la figlia grande ed i capricci era già finiti da un pezzo.
Renza invece aveva ancora il diritto di protestare, anche se, comunque, la
strada a piedi non gliela toglieva nessuno.
A niente valevano anche le sue proteste quando , suonata la sirena che avvisava delle
incursioni aeree, l’ordine perentorio era di mettersi sotto il letto .” Ma
perché sotto il letto ?” gridava piangendo Renza, mentre mamma Maria e Lina si mettevano sotto
il tavolo e papà Turiddu, per cui non
c’era più posto, si metteva sotto l’arco della porta che in caso di crollo
doveva in qualche modo resistere.
Maria
e le figlie sotto il piano della tavola e del letto sarebbero state protette a loro volta dall’eventuale crollo del soffitto , visto
che erano all’ultimo piano dello stabile . Avevano deciso di restare a casa
perché il rifugio comune era un po' distante
ed arrivarci con le bambine era difficoltoso : Avevano poi avuto l’esperienza di passare molto tempo lì, in attesa di bombardamenti
che non arrivavano mai e con una sirena che metteva fine all’allarme solo molto
tempo dopo. Questo comportava uno stato di sofferenza per tutti ma soprattutto per le bambine. Si erano
convinti così che il pericolo era
relativo e poteva essere affrontato meglio a casa.
Fortunatamente per loro, quando
Catania era stata bombardata seriamente
e quarantadue strade con le relative
abitazioni avevano avuto morti e distruzioni , la zona del quartiere
Borgo , dove abitavano , non aveva avuto danni ed era stata sostanzialmente
risparmiata. Non avevano avuto invece la
stessa fortuna due appartamenti, siti in Via Garibaldi, di proprietà del padre che con gli affitti
arrotondava le sue entrate. Questi erano stati rasi al suolo con le relative
vittime umane.
CONTINUA
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