Lina
giocava con Armando il piccolo zio , fratello della mamma, e Renza
nel terreno fuori dalla casa di
Mascalucia, dove la sua famiglia si
era rifugiata dopo che i bombardamenti su Catania si erano
fatti devastanti e continui e gli
alleati erano sbarcati in Sicilia. Adesso, il fronte si era attestato nella Piana di Catania. L’8° armata guidata da Montgomery era riuscita a superare il ponte Primosole
sul Simeto ma la forte resistenza dei paracadutisti tedeschi e degli uomini
della "Hermann Göring" sistemati in posizione difensiva, favoriti
dalle postazioni d'osservazione sopraelevate dell'Etna la bloccava a una decina
di chilometri dalla città. I combattimenti continuavano da una settimana quando
giunse notizia che era arrivata dal Nord Africa una divisione di fanteria per rafforzare le forze britanniche.
Erano
i primi giorni di agosto e rispetto alla
solita afa che colpiva Catania in quelle giornate estive a Mascalucia la sera
il tempo rinfrescava e si stava un po' meglio. La casa di Mascalucia era stata
affittata dai nonni materni. Fin dai primi bombardamenti su Catania avevano
deciso di “ sfollare” sull’Etna e avevano trovato la possibilità di affittare
questa casa ampia grazie ad una conoscenza comune. C’era stata po la
possibilità di ospitare anche la figlia con la sua famiglia e i genitori del
genero rimasti soli a Catania e bisognosi anche loro di scappare dai
bombardamenti. La convivenza non era stata molto semplice a causa del carattere forte delle due “ nonne” e dei rapporti non facili fra Maria e la suocera.
CONTINUA
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