-E’
necessario farlo adesso , prima che vi sia quel momento di vuoto di potere in cui i delinquenti possono tentare di
entrare nelle case vuote per rubare. Poi- disse Turiddu- io devo tornare in ufficio e quindi è il momento di tornare adesso insieme in città.
- Per
noi va bene – rispose la madre di Turiddu- Vero, Giuseppe?- aggiunse
rivolgendosi al marito.
-Si ,
certo – rispose lui- Bisogna andare via di mattino presto – Dopo la prima
scarica di cannonate dei tedeschi verso la piana . Dopo, c’è qualche ora di
pace e a quel punto possiamo già essere
arrivati a Catania.
- Ma
siete proprio sicuri di non voler restare con noi fino a quando la situazione non è definita? –
chiese la madre di Maria
- No mamma , partiamo adesso- rispose Maria- .
E’ meglio ! Turiddu potrebbe avere difficoltà a tornare qui dopo ed è meglio
andare via ora, insieme.
Così
decisero e la mattina dopo presto si
misero in cammino per tornare a casa in città. Lina e Renza cercavano di fare
del loro meglio ma c’erano punti da attraversare in campagna difficili e
Turiddu e Maria dovevano spesso fermarsi per prenderle in braccio per lunghi
tragitti. D’altra parte , spesso ci si doveva fermare per aspettare e far
riposare gli anziani genitori di Turiddu.
Alla
fine, comunque , mentre riprendevano, le
cannonate tedesche, arrivarono ai margini dell’abitato cittadino. Usciti
dall’agglomerato urbano della Barriera
del bosco, si trovarono già al Tondo Gioieni
da cui si poteva ammirare il panorama della città. Poco distante c’era
la casa dei genitori di Turiddu e ci
arrivarono in pochi minuti. A questo punto rimase un chilometro in discesa su
Via Etnea verso la loro casa nel
quartiere Borgo, prima di Piazza Cavour.
Arrivarono stanchi e preoccupati ma contenti
di avercela fatta senza incidenti di percorso.
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