Fare il bilancio di vita della generazione degli attuali
cinquantenni, riadattando con amore per la storia del cinema alcuni spunti e
scene del film “ C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, è la bella sfida intrapresa e, a mio parere,
vinta da Gabriele Muccino con la sua ultima opera “ Gli anni più belli”.
Contrariamente alle
generazioni precedenti ,ancora molto
influenzate dalle ideologie, in cui il
ritrovarsi insieme dopo il tempo trascorso
era anche fare i conti con la realtà e i valori per cui avevano
combattuto insieme , questa generazione entra
in un vissuto dominato da una dimensione sostanzialmente
individualistica che trova nell’amicizia
l’unica possibilità di condivisione e di
superamento dei problemi . Così come da ragazzi,
si starà insieme contenti di
cercare le “ cose che ci fanno stare bene” . Gli anni più belli saranno sempre
quelli che li vedranno insieme a sfidare e sognare il loro futuro: a qualunque
età.
Non vivono in una dimensione
storico sociale o addirittura politica da cui si tengono invece sostanzialmente
al di fuori. E’ pur vero che la loro amicizia nasce quando appena sedicenni Giulio e Paolo salvano Guido ferito nel corso
di una manifestazione politica , ed è
anche vero che Guido il sopravvissuto
proverà una carriera politica nel
Movimento cinque stelle ma queste esperienze ,pur importanti, resteranno
marginali nello svolgimento della storia.
Sarà molto più importante ricordare
la voglia di vivere dipinta nei loro volti
quando insieme, contenti, festeggiavano il primo viaggio con la rossa macchina usata che avevano rimesso a
nuovo. Quella stessa gioia di vivere e
di cercare “ le cose che ti fanno stare bene” che cercheranno ancora di
provare quando la loro amicizia, dopo molti anni, tornerà ad unirli.
Il film ci mostra una generazione che si rimprovera mille
errori e debolezze riguardo alla capacità di vivere il proprio ruolo personale
e sociale; ma, questa è la rappresentazione della loro esperienza e la sfida di
Muccino è quella di verificare se molti di loro si riconosceranno in questa narrazione.
Io credo di si, perché “gli anni più belli” appartengono a
tutte le generazioni ed ognuno di noi può riconoscersi in questa tematica e nei
problemi dei protagonisti . Problemi che, pur variando nel tempo, nei contenuti e nelle modalità, manterranno sempre lo stesso rapporto con la
speranza di vita e di felicità che alberga in ciascuno di noi.
Muccino si circonda
di un cast di attori molto bravi da Pierfrancesco Favino a Micaela
Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria a cui si aggiunge il riuscito esordio di Emma Maroni alla sua prima esperienza
cinematografica. Sorprendenti e
meritevoli di citazione i giovani Francesco Centorame ( Giulio Ristuccia
adolescente) , Andrea Pittorino ( Paolo Incoronato adolescente), Matteo De
Buono (Riccardo Morozzi adolescente) e Alma Noce ( Gemma adolescente). Bella la
colonna sonora del maestro Nicola Piovani e la canzone “gli anni più belli” del grande Claudio
Baglioni .
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